CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



lunedì 26 marzo 2012

Ritratti in bianco e nero: Totò Morreale

Da quando mi sono impegnato nel restauro della Parilla 175 Sport mi è tornato in mente sempre più spesso chi l’aveva resa molto più performante di quanto non fosse in origine: Salvatore Morreale detto Totò.
Era siciliano ma soggiornò per qualche anno qui da noi in Ciociaria.
Le modifiche che aveva apportato risultano evidenti ora che, con l’aiuto indispensabile di Orlando Fusco, ho aperto il motore.
Poche cose ma buone: lucidatura dei condotti di aspirazione e scarico, alesatura del cilindro fino 62 mm ( rendendolo così perfettamente quadro 62x62 mm con cilindrata portata a circa 190 cc ), abbassamento della testata di circa un paio di millimetri, riprofilatura della camma e sostituzione della forcella originale con una Ceriani da 32 mm.
Sono stato a lungo indeciso se lasciare la mia Parilla così come Morreale l’aveva modificata o riportarla alle condizioni originali.
Alla fine ho scelto la prima opzione pur essendo in possesso di tutte le componenti per realizzare la seconda.
Il valore della moto ne avrebbe guadagnato ma io sono un romantico nel senso filosofico del termine.
Bando alle ciance, torniamo a Totò e alla Parilla.
La moto oltre a un sound molto più cupo guadagnò una buona accelerazione e una ventina di chilometri/ora di velocità.
Era un esperto, Totò.
Aveva anche lui una Parilla 175 portata al limite dei 200 cc. di cui sono riuscito a trovare una foto.


La Parilla 175 ( 200 cc ) di Totò Morreale
 Orlando, ducatista da sempre, ricorda che facevano sullo stradone di Alvito delle gare di accelerazione con partenza da fermo sui cento metri che Totò regolarmente vinceva bastonando anche la Ducati 250 di Orlando.
La stessa Ducati con cui Fusco ha corso onorevolmente nel gruppo 5.
Con la stessa Parilla partecipò alla corsa in salita Isola del Liri–Arpino nella classe 250 classificandosi davanti a parecchie Aermacchi Ala d’Oro e Benelli bicilindriche.
Era praticamente nato in officina; a sette anni faceva il garzone e a quattordici aprì la sua prima officina con i proventi della quale si pagava le spese delle corse.

Morreale bambino in officina (quello a destra)
Il suo vero cognome non era Morreale ma Casamento.
Scelse Morreale quando falsificò i documenti per poter correre senza avere l’età giusta e che poi gli è rimasto appiccicato addosso per sempre.




Fu campione italiano classe 50 cc con la UFO da cui fu poi scaricato per l’età troppo avanzata ( ben oltre i trent’anni ) e passò quindi alla Tomos con la quale però non riuscì a bissare il titolo.

Fu poi meccanico ufficiale Cagiva negli USA e in seguito con la ATK.
Negli anni ’90 abbandonò il mondo del motociclismo per poi rientrarci nel 2007 curando le moto del Team Sicilia Racing e in particolare le promesse dell’enduro siciliano.
Se ne è andato per un attacco di cuore il 15 Aprile 2011 all’età di 73 anni.

Morreale (accosciato) con uno dei punti di riferimento dei motociclisti
ciociari: Enrico Roccatani (il quarto da sinistra)
che un male incurabile si è da poco portato via prematuramente.