CHI SONO

Sono malato di moto.

Mi piacciono tutte ma preferisco quelle che hanno sacrificato qualche orpello originale o la conformità alle norme del codice della strada sull'altare dell'edonismo per l'esaltazione dell'ego del loro possessore. Moto mutilate? Non proprio.
Preferisco immaginarle, che Dio mi perdoni l'eresia, come le sculture che Michelangelo immaginava intrappolate nei blocchi di marmo. Moto liberate da quanto imposto dai diktat degli studi di marketing, dal politically correct, dalle normative ambientali, dalle regole imposte dai burocrati. Moto scostumate, irriverenti, esibizioniste, visionarie ma vere vive e pulsanti.
E senza fare distinzioni tra custom, bobber, streetfighter, racer replica ecc. ho voluto creare uno spazio virtuale in cui incontrarsi, confrontarsi, scambiarsi opinioni e sul quale proporre le proprie creazioni. Quache paludato bacchettone resterà inorridito ma ritengo che ogni prodotto dell'ingegno umano sia Cultura. Inviatemi le foto delle vostre creature e un commento sull'iter mentale e operativo che ha condotto all'evento.
Da me l'ingresso è libero.

Qualcosa su cafè sport



domenica 21 settembre 2008

TUNING MOTO GUZZI 850 T5 - Genesi di una special MOTO GUZZI 850 T5 seconda parte

Finalmente si comincia a rimontare la Guzzona, nel frattempo ho imparato a verniciare.
Un amico carrozziere mi ha fatto un corso intensivo di verniciatura e così ora so tutto, o quasi, su vernici alla nitro e acriliche, catalizzatori, fondi, trasparenti ecc.
Un aerografo professionale, qualche svarione, tanta voglia, la fortuna di una ottima manualità e così posso "pittare" le mie creature senza aspettare i tempi biblici e pagare le fatture salatissime dei carrozzieri.
Ho cominciato dal telaio, poi i cerchi, la sella, il parafango e il serbatoio.









A proposito del serbatoio ... avevo fatto un serbatoio disegnandolo e realizzandolo in vetroresina.
Era bello ma il fascino di quello della LM1 mi ha stregato.
Purtroppo il serbatoio del Le Mans era mozzato posteriormente per far agganciare la sella e così me ne sono fatto prestare uno, l'ho allungato e raccordato posteriormente con la creta, ne ho fatto degli stampi e l'ho realizzato in vetroresina.
Un tappo in alluminio con tanto di codronatura e ho ottenuto quello che volevo: una splendida copia con il taglio posteriore che desideravo.










L'idea iniziale era di far assomigliare la T5 alla Sport e quindi fare il telaio rosso e le sovrastrutture "verde legnano".
Nonostante l'indubbio fascino di questa colorazione decido per il telaio nero e il resto rosso Ferrari.
Voglio che la moto venga ammirata per le sue peculiarità piuttosto che per la sua appariscenza.









Mentre rimetto su i pezzi mi rendo conto che la piastra di ancoraggio del cambio al telaio, in brutta lamiera è decisamente sottodimensionata.
Prendo due misure e mi metto al computer.
Al CAD disegno una nuova piastra e già che ci sono disegno una coppia di paracilindri.









Mi è avanzata una lastra di alluminio 7075 da un centimetro e gli amici della Jumbo Engineering di Baronissi (SA) hanno un plasma ad alta definizione che può trasformare il disegno in formato .dxf in prodotto.
Prima di spedire il file plotto il disegno su cartoncino, lo ritaglio e lo monto sulla moto per verificare che le forature siano corrette.
Tutto OK.

Voglio assistere al taglio del pezzo e così faccio in modo di esserci anche io quando si metterà in funzione il macchinario.
Ci siamo, si comincia a tagliare.

Aspetto con impazienza che il macchinario finisca le operazioni di taglio per vedere il risultato.
La piastra è venuta bene, ma non i paracilindri.
Abbiamo tagliato usando come fluido di raffreddamento l'aria e il taglio non è netto e pulito.
Non abbiamo preimpostato il punto di attacco del plasma, la macchina ha scelto le forature per iniziare e l'alluminio si è fuso.
Bene, abbiamo imparato una cosa nuova.
Dovremo tagliare di nuovo usando come fluido di raffreddamento un gas inerte come l'Argon e evitare di impostare il diametro delle forature al valore di 8.5 mm.
Il valore corretto è 2 mm da usare come centraggio per il trapano a colonna.
Porto a casa la piastra superiore di supprto del cambio, elimino le bavature con una lima, lucido con le apposite spazzole rotanti e alla fine il risultato è più che degno.
Quasi quasi è un peccato coprire la piastra con la batteria.
OK, accordato; la monterò in basso, sotto lo scarico, tra la scatola del cambio e la ruota posteriore.
Del resto, come si dice?
"Bike work is never done"
Avrò un altro pezzo speciale da studiare disegnare e adattare.
Compitino a casa per il prossimo lungo e freddo inverno.
Nel frattempo ho montato la ruota posteriore e lo scarico.
Ho sudato le classiche sette camicie per costruire e lucidare due supporti in alluminio per le marmitte ma sono soddisfatto del risultato.
Ho anche deciso di mandare in pensione il drag bar di derivazione Kawa Triple ( magari lo userò sulla BMW) per il Magura a "M".
Si, è decisamente più cattivo.



Il nuovo cruscotto





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